Libertà è Resistenza

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25 Aprile 2015 – 70° Anniversario della liberazione d’Italia.
Certa, ovvia, scontata e sottintesa è per noi, oggi, la Libertà.
Illusione, utopia, chimera e sogno era 70 anni fa per gli uomini che, regalandocela, morirono.
Il 25 aprile ci ricorda che è la Resistenza che fa la Libertà.
Avessimo il coraggio di resistere e di ergerci ogni giorno in difesa di questo dono…



L’orgoglio partigiano fu d’ispirazione per tanti, scrittori e testimoni sopravvissuti. Ma quali sono le opere letterarie sulla Resistenza? Ne elenco alcune qui.
LA STORIA
di Elsa Morante
Le libertà non vengono date. Si prendono.
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I VENTITRÉ GIORNI DELLA CITTÀ DI ALBA e UNA QUESTIONE PRIVATA
di Beppe Fenoglio
 Alba la presero in duemila il 10 ottobre e la persero in duecento il 2 novembre dell’anno 1944.
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IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO
di Italo Calvino
I sogni dei partigiani sono rari e corti, sogni nati dalle notti di fame, legati alla storia del cibo sempre poco e da dividere in tanti: sogni di pezzi di pane morsicati e poi chiusi in un cassetto. I cani randagi devono fare sogni simili, d’ossa rosicchiate e nascoste sottoterra. Solo quando lo stomaco è pieno, il fuoco è acceso, e non s’è camminato troppo durante il giorno, ci si può permettere di sognare una donna nuda e ci si sveglia al mattino sgombri e spumanti, con una letizia come d’ancore salpate.
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LA RAGAZZA DI BUBE
di Carlo Cassola
Cattiva la gente che non ha provato il dolore. […] Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno.
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CRISTO SI È FERMATO A EBOLI
di Carlo Levi
Senza una rivoluzione contadina, non avremo mai una vera rivoluzione italiana, e viceversa. Le due cose si identificano. Il problema meridionale non si risolve dentro lo Stato attuale, né dentro quelli che, senza contraddirlo radicalmente, lo seguiranno. Si risolverà soltanto fuori di essi, se sapremo creare una nuova idea politica e una nuova forma di Stato, che sia anche lo Stato dei contadini; che li liberi dalla loro forzata anarchia e dalla loro necessaria indifferenza.
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LA CASA IN COLLINA
di Cesare Pavese
Quella guerra in cui vivevo rifugiato, convinto di averla accettata, di essermene fatta una pace scontrosa, inferociva, mordeva più a fondo, giungeva ai nervi e nel cervello.
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UOMINI E NO
di Elio Vittorini
L’inverno del ’44 è stato a Milano il più mite che si sia avuto da un quarto di secolo; nebbia quasi mai, neve mai, pioggia non più da novembre, e non una nuvola per mesi; tutto il giorno il sole. Spuntava il giorno e spuntava il sole; cadeva il giorno e se ne andava il sole. Il libraio ambulante di Porta Venezia diceva: «Questo è l’inverno più mite che abbiamo avuto da un quarto di secolo. È dal 1908 che non avevamo un inverno così mite.
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