#martedìgrasso! - [Storia di una capinera]

17:37


Amici lettori, felice martedì!
Oggi con la rubrica #martedìgrasso ci dedichiamo alla letteratura italiana, in particolare ad una corrente letteraria che io adoro: il Verismo.

In regalo per voi c'è il PDF del romanzo Storia di una capinera di Giovanni Verga.





- Si può impazzire d'amore? Si può morire d'amore?

- Tanto, tanto amore, tanta tanta luce, tanto sole.



Storia di una capinera è un romanzo epistolare che fu pubblicato a puntate sulla rivista Il Corriere delle Dame con il titolo La Capinera. Il romanzo è in parte autobiografico, infatti prende spunto da un episodio vissuto in prima persona da Verga quando, appena quindicenne, si rifugia con la sua famiglia, in seguito ad un'epidemia di colera, a Tebidi, dove si innamora di una giovane educanda del monastero di San Sebastiano, Rosalia. Da questa vicenda, quindi, nasce il romanzo in questione.
Maria, la protagonista, è una bambina orfana di madre. All'età di sette anni viene rinchiusa in un convento per mano della sua matrigna: il padre, infatti, rimasto vedovo, sposa una donna spietata che, per favorire la figlia avuta da un precedente matrimonio, relega Maria ad una vita monacale. Il convento diventa la sua casa, l'unico luogo che rappresenta per lei il porto sicuro, il punto di riferimento della sua vita. Ma è anche l'unica fonte delle sue esperienze: per questo, quando nel 1854 scoppierà un'epidemia di colera per la quale la badessa sarà costretta ad allontanare dal convento tutte le novizie e la ragazza tornerà nella casa di suo padre, si troverà del tutto impreparata ad affrontare la vita che le si presenterà. Quel temporaneo soggiorno lontano dal convento regalerà a Maria momenti di infinita spensieratezza e gioia: conoscerà la felicità di trovarsi in una famiglia vera, assaporerà la forza della libertà che le è stata negata e conoscerà l'amore per il giovane Nino. Dopo un po', però, costretta a ritornare in convento, sarà sopraffatta dall'angoscia per i suoi sentimenti contrastanti: l'amore per Nino e il senso del dovere per quel voto promesso alla Chiesa. Sopraffatta da questo fardello che la sua anima fragile non riesce a sopportare, Maria morirà dopo esser precipitata nella pazzia.

Anche in questo romanzo la penna di Verga tratteggia in maniera magistrale un personaggio complesso ed estremamente malinconico. Maria immagina la vita felice che non potrà mai avere, assiste inerme al disfacimento della sua gioia e alla degenerazione della sua esistenza. La costante di Verga è quella di negare ai suoi personaggi qualsiasi possibilità di realizzazione, di scavare negli abissi della loro anima, carpire i loro desideri e negarglieli, ineluttabilmente.

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Giovanni Verga

Nato a Catania nel 1840, fu il massimo esponente del verismo. La sua prima formazione romantico-risorgimentale si svolse a Catania, dove abbandonando gli studi giuridici, decise di dedicarsi esclusivamente alla letteratura. Trasferitosi a Firenze nel 1865 compose i suoi primi romanzi Una peccatrice eStoria di una Capinera. Successivamente a Milano frequentò l’ambiente degli Scapigliati, rappresentando in modo fortemente critico il mondo aristocratico-borghese (Eva, 1873; Tigre Reale, 1873; Eros,1875). In seguito alla scoperta del naturalismo francese matura la sua svolta decisiva verso il verismo che sarà segnato dai racconti e dai romanzi di ambiente siciliano (Vita dei campi, 1880; I Malavoglia, 1881; Novelle rusticane, 1883; Mastro don Gesualdo, 1889). Lo scrittore crede nel progresso ma si interessa ai vinti e ai deboli; la sua è una visione della vita tragicamente pessimistica che si pone in antitesi con l’ottimismo imperante nei suoi tempi. Rappresenta un mondo di primitivi in lotta con il destino avverso cui inesorabilmente soccombono quando si staccano dalla religione, dalla famiglia e dal lavoro. Il linguaggio verghiano è arditamente innovatore: dando spazio al linguaggio dialettale riesce a raggiungere effetti di grandiosa coralità. Alla produzione narrativa si accompagnò quella teatrale, connotata sempre da una intensa drammaticità (Cavalleria rusticana, 1884; La lupa, 1884; In portineria, 1885; Dal tuo al mio, 1903). Lo scrittore muore nella sua città natale nel 1922.
[Fonte: LiberLiber]

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